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GONFIORE INTESTINALE: UN SINTOMO, DIVERSE CAUSE

Il gonfiore addominale è uno dei sintomi gastrointestinali più diffusi, che colpisce dal 10 al 30% della popolazione di qualsiasi età, e può presentarsi isolato o associato ad altri disturbi. Quando non è causato da malattie organiche, molto spesso, il gonfiore addominale è espressione di un disturbo funzionale che i pazienti tendono ad autogestire, e solo il 6% dei casi si rivolge ad un professionista della salute. Tuttavia, è bene non considerarlo come una patologia minore, in quanto, se sottovalutata, può arrivare a compromettere il benessere e la qualità della vita.

La persona che soffre di gonfiore addominale lo descrive molto spesso, come una sensazione di pienezza e di tensione a livello di stomaco e/o intestino.

A volte il problema è ben visibile in quanto c’è un aumento oggettivo della circonferenza addominale. In questo caso si parla di distensione addominale e si differenzia dal gonfiore che è invece un “aumento percepito” e non c’è un riscontro fisico misurabile. Solo il 50% dei pazienti che lamenta gonfiore ha in realtà una distensione misurabile.
In questi casi non è affatto raro che il gonfiore addominale sia da attribuire all’alimentazione, soprattutto se si mangia troppo. Altre volte, invece, è il sintomo di un problema di salute organico sottostante, come le infezioni gastrointestinali e le sindromi da malassorbimento che richiedono una diagnosi più approfondita, basata su esami del sangue e altre analisi. Nella maggior parte dei casi, il gonfiore addominale è associato a disturbi funzionali gastrointestinali, tra cui il più famoso “la sindrome dell’intestino irritabile” (IBS) conosciuta comunemente con il termine di colite, caratterizzata da distensione addominale associata a dolore.

LOCALIZZAZIONI E CAUSE

A seconda della localizzazione del gonfiore lamentato dal paziente distinguiamo:

  • Aerofagia: se la sensazione di gonfiore è «alta» ed insorge entro un’ora dai pasti.
    Si associa ad eruttazioni e può essere dovuta ad immissione di eccesso di aria attraverso la bocca durante o lontano dal pasto o ad un eccesso di acqua durante un pasto. Può nascondere un problema di scarsa acidità gastrica e/o rallentato svuotamento gastrico o un’alterata produzione o attivazione degli zimogeni pancreatici.
  • Meteorismo: se la sensazione di gonfiore è «bassa» ed insorge dopo 2 ore o più da un pasto.
    In questo caso la causa può essere secondaria ad una stipsi cronica, oppure può esserci una disbiosi dell’ intestino tenue conosciuta come “small intestinal bacterial overgrowth” (SIBO) caratterizzata dalla produzione eccessiva di gas da parte dei microrganismi disbiotici. Altra causa, può essere una disfunzione della secrezione biliare per anomalie di contrazione della colecisti o per bile densa con alterato assorbimento dei grassi.

In ogni caso è di fondamentale importanza, al fine dell’individuazione della causa, prestare attenzione su dove si presentano i sintomi e quando.

Altro interessante fattore eziopatogenetico del gonfiore addominale di recente individuazione è la cosiddetta “dissinergia addomino-frenica”, ossia l’alterata coordinazione motoria della parete toracica, del diaframma e della parete addominale che si ha in alcuni individui, in particolare in coloro con IBS.

QUALI SONO I RIMEDI?

Non ci sono trattamenti provati al 100% per il trattamento del gonfiore addominale, questo perché
non è una patologia ma un sintomo di una disfunzione che va trovata. L’approccio terapeutico non è univoco ma personalizzato, e va dalla correzione di errati stili di vita e del tipo di alimentazione, all’utilizzo di rimedi e farmaci, fino a misure fisioterapiche di correzione della eventuale dissinergia addomino-frenica.

Tra tutti l’alimentazione è il primo aspetto da prendere in considerazione, in quanto molte volte è addirittura sufficiente a risolvere il problema.
La comunità scientifica attribuisce la genesi del gonfiore addominale, ad alimenti ricchi in FODMAPs (acronimo derivante da Fermentable Oligosaccharides, Disaccarides, Monosaccarides and Polyols), cioè di carboidrati a catena corta con un massimo di 10 zuccheri (es. lattosio, fruttosio) che essendo scarsamente assorbiti, vengono fermentati dai batteri del microbiota intestinale con produzione di gas e conseguente gonfiore e distensione addominale.
Nonostante questo tipo di carboidrati siano largamente diffusi nei cibi, per ridurre la sensazione di pancia gonfia basta seguire una dieta che ne sia povera, per un periodo che però non deve essere superiore a 6-8 settimane e affidandosi sempre alla cura di un nutrizionista.

Camilla Diotallevi – biologa nutrizionista, PhD
Cell: 349 7247017
Email: nutrizionista.diotallevi@gmail.com