Althea Centro Salute

FAQ

Di seguito potete trovare delle risposte alle domande più frequenti che ci vengono poste. Per qualsiasi altro dubbio o domanda non esitate a contattarci.

Fisioterapia

No. “Il Fisioterapista esercita la professione con titolarità, in piena autonomia e responsabilità, coerentemente a quanto previsto dalle leggi vigenti” (art. 6 Codice Deontologico). Se riterrà opportuno consiglierà al paziente ulteriori approfondimenti diagnostici o consulti medici sulla base delle problematiche riscontrate nella valutazione fisioterapica.

Il nostro studio di fisioterapia è privato così come tutte le altre discipline (logopedia, psicologia, shiatsu e nutrizione), pertanto non siamo convenzionati con il Sistema Sanitario Nazionale.

No, ma solo perché risulta spesso essere più dispendioso per il paziente. È inutile pagare un ciclo di 10 sedute, seppur a prezzo ridotto, quando frequentemente le diverse problematiche si risolvono in tempi più brevi.

La risposta è molto semplice anche se sembra scontata: DIPENDE.

Ogni persona è diversa per età, storia di vita, stato di salute generale, stile di vita più o meno sedentario, infortuni precedenti, ecc: sono tutti fattori che possono influenzare, anche in modo considerevole, la durata del percorso terapeutico. Anche la stessa patologia o lo stesso sintomo possono avere diverse sfaccettature a seconda della causa che ha scatenato il problema. Ad ognuno sarà proposto un percorso riabilitativo in base alla valutazione fisioterapica individualizzata.

Sì. È necessario conservare la fattura e consegnarla al momento della dichiarazione dei redditi insieme altre spese sanitarie.
Per la detrazione il pagamento deve essere tracciato e non in contanti (assegno – bonifico), altrimenti la fattura non sarà più detraibile.

Psicologia

Lo psicologo si occupa del benessere psichico della persona. Si occupa quindi di prevenzione, di diagnosi, di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico. Tra i suoi strumenti principali vi sono il colloquio clinico, l’osservazione e i test psicologici. È laureato in Psicologia (5 anni), ha concluso un tirocinio professionalizzante (1 anno) ed ha superato l’Esame di Stato, è iscritto all’Albo degli Psicologi.

A differenza dello psicologo lo psichiatra è un medico, che si è specializzato in psichiatria, e tra le sue competenze rientra quindi anche la prescrizione di psicofarmaci.

Anche il neuropsichiatra infantile è un laureato in medicina che ha poi intrapreso successivamente la specializzazione in “Neuropsichiatria infantile”. Si occupa principalmente delle patologie del neurosviluppo e di tutte la malattie psichiatriche e neurologiche che interessano bambini ed adolescenti fino alla maggiore età.

Lo psicoterapeuta può essere uno psicologo oppure un medico che dopo l’abilitazione ha intrapreso e concluso una scuola di specializzazione di durata quadriennale.

Questi professionisti per esercitare devono essere iscritti ad un Albo Nazionale, ed è per te garanzia e tutela. Quando scegli a chi rivolgerti, ricorda che non tutti coloro che propongono un aiuto al cambiamento hanno questo obbligo.

Rivolgersi ad uno psicologo è una scelta strettamente personale. Anche se in alcuni contesti possono esserci ancora dei pregiudizi, oggi sempre più persone si rivolgono allo psicologo per avere un aiuto in un momento di difficoltà oppure per migliorare un aspetto di sé.

Ecco alcune riflessioni per capire se può esserti utile un colloquio con uno psicologo:

  • se senti di vivere alcune emozioni (rabbia, tristezza, paura..) in modo eccessivo oppure se ti sembra di non provare più emozioni e di vivere nel grigiore e nella monotonia;
  • se una relazione per te significativa sta cambiando contro la tua volontà;
  • se è successo un evento traumatico (un lutto, una separazione familiare, una malattia..) che non riesci a superare;
  • se soffri di sintomi e malattie ricorrenti, dopo che gli accertamenti medici non hanno saputo spiegarne la causa;
  • se devi intraprendere una scelta importante e non sai come fare;
  • se le persone che hai accanto e che ti vogliono bene cercano di aiutarti in diversi modi e ti dicono di essere preoccupate per te. A volte è difficile vedere chiaramente la propria situazione e chi ci vuole bene può notare cose diverse perché le vede da un’altra prospettiva;
  • se il tuo rendimento lavorativo, scolastico, sportivo sta peggiorando e questo ti crea sofferenza.

In sintesi ci si può rivolgere allo psicologo in un momento di difficoltà o di un malessere che non si riesce a superare, ma anche per conoscersi più a fondo o per sviluppare le proprie potenzialità in una determinata area della propria vita (relazionale, lavorativa, scolastica, sportiva…).

Anche i bambini possono attraversare periodi difficili della vita oppure manifestare delle difficoltà (scolastiche, familiari, relazionali, emotive..) che hanno bisogno di essere capite e sostenute. La possibilità dei bambini di ritrovare il proprio benessere e/o di poter migliorare su alcune abilità dipende in gran parte dalla disponibilità e dalla capacità del genitore di cogliere e dare ascolto ai suoi segnali e di richiedere l’intervento di uno specialista.

In adolescenza, genitore e figlio possono concordare assieme di rivolgersi ad uno specialista.

La capacità di un bambino di esprimere il malessere a parole non è ancora così sviluppata come nell’adulto. Per questo motivo spesso i bambini manifestano il proprio disagio attraverso veri e propri sintomi fisici (cefalea, vomito, mal di pancia..) senza che sia presente una diagnosi medica, oppure attraverso il comportamento (aggressività eccessiva, paure immotivate, difficoltà scolastiche o relazionali, difficoltà ad addormentarsi, ad alimentarsi, a stare lontani dal genitore..).

Ecco alcuni spunti di riflessione per aiutare i genitori a capire quando è il caso di rivolgersi ad uno psicologo per il proprio figlio:

  • se i comportamenti problematici del bambino non si attenuano nonostante i vostri sforzi;
  • se vi accorgete di non riuscire a gestire le vostre emozioni (ansia, rabbia, paura) davanti ai comportamenti del bambino;
  • se non riuscite ad individuare una causa particolare per i comportamenti del bambino o se il motivo che avete individuato sembra troppo grande da gestire;
  • se la situazione sta diventando faticosa sia per il bambino che per voi.

Non esiste un’età minima o massima per richiedere l’aiuto di uno psicologo, poiché lungo tutto il corso della vita si possono incontrare delle difficoltà. Ogni fase della vita però ha caratteristiche e compiti evolutivi specifici, che possono portare alla scelta di percorsi diversi.

I genitori ad esempio possono richiedere una consulenza per il proprio figlio anche quando è neonato: in questo caso il cambiamento sarà possibile grazie alla riflessione e alla collaborazione diretta del genitore. I bambini in età prescolare e scolare potranno lavorare psicologicamente anche direttamente con lo psicologo attraverso gli strumenti che meglio padroneggiano: i giochi, i disegni e le fiabe.

Spesso succede che le persone che vivono un disagio psicologico non ne abbiano la consapevolezza oppure abbiano perso la speranza di poter ritrovare il loro benessere. Capita quindi che sia più facile per i familiari identificare la necessità di un intervento psicologico. Il primo passo può essere quello di condividere con la persona le proprie preoccupazioni circa il suo stato di malessere, evidenziando con esempi concreti dove esso si manifesta e discutendo di eventuali conseguenze a breve e lungo termine. È importante far sentire la persona capita, accolta e sostenuta, non giudicata o colpevolizzata. Qualora questa comunicazione non dovesse essere efficace, è importante che il familiare non si arrenda ma contatti uno specialista spiegando la situazione e prenotando un colloquio per sé in cui poter osservare la situazione “a distanza” e cercare assieme nuove possibilità d’aiuto.

È importante che ogni intervento psicologico segua i tempi e i ritmi della persona. La durata della consulenza o del sostegno psicologico può dipendere da molte variabili: la complessità del problema, la motivazione del paziente a lavorare su se stesso, le sue capacità, il tipo di obiettivo che egli si pone e il livello di intesa e cooperazione che terapeuta e cliente riescono a raggiungere. Alcune richieste possono concludersi con una consultazione di alcuni incontri, in altri casi può essere utile proseguire con un intervento più lungo di sostegno psicologico o di psicoterapia. Di norma i colloqui durano 50 minuti e solitamente la frequenza è settimanale o quindicinale.

Le tariffe dello psicologo possono variare a seconda del professionista e del tipo di intervento richiesto. È possibile consultare il tariffario approvato dall’Ordine Nazionale degli Psicologi, che ad oggi costituisce una semplice indicazione e non un obbligo per i professionisti. Le fatture di prestazioni psicologiche di interventi sanitari saldate con pagamento tracciato possono essere detraibili. Non è necessaria la prescrizione medica.