Althea Centro Salute

EDUCAZIONE AFFETTIVA E SESSUALE

Come potrò parlare della sessualità a mio figlio? Quando sarebbe l’età giusta per affrontare l’argomento? Non so, non riesco a parlarne, è così piccola/o!

Queste sono solo alcune delle domande o dei dubbi che assalgono i genitori alle prese con la crescita dei loro figli. Certamente si può parlare della sessualità ai propri figli, ma spesso l’incertezza, la confusione, la paura di molti genitori non permette loro di educare e/o di intervenire su questioni riguardanti la sessualità. Si potrebbe pensare che nel terzo millennio sessualità ed educazione non rappresentino più un problema, ciò è vero solo in parte. L’abbondanza di informazioni che caratterizza la nostra epoca, non sempre si traduce in visioni e comportamenti equilibrati e sicuri, alcuni comportamenti di curiosità, di scoperta dei bambini generano imbarazzo, preoccupazione, addirittura silenzio in molti genitori.

Ci sono ancora troppi tabù, divieti, ignoranza e incompetenza relazionale a parlare di sessualità.

Il confronto su un tema tanto delicato va a toccare il mondo delle emozioni e della conoscenza, la sessualità non è solo un fatto naturale, ma anche culturale.

Sia a scuola che a casa i bambini sin da piccoli portano curiosità e comportamenti che esprimono il loro essere maschi o femmine o il loro diverso orientamento sessuale.

Perché allora in famiglia o a scuola alcuni educatori scelgono il silenzio?

Non pensi sarebbe importante conoscere l’ABC dell’educazione ai sentimenti, al pudore, all’affettività, alla sessualità, all’amore, per poi costruirti il tuo Alfabeto delle Emozioni per poterlo utilizzare in famiglia con le parole con cui riesci ad esprimerti meglio, senza forzature, ma con consapevolezza e familiarità, per costruire insieme ai tuoi figli significati importanti in ambito affettivo e sessuale?

La scuola dell’infanzia, ad esempio, rappresenta la fascia di età in cui i bambini manifestano numerosi aspetti che riguardano la sessualità, gli innamoramenti, in particolare corrisponde all’iniziale consapevolezza dell’identità sessuata, ai giochi di ruolo, alla scoperta del piacere che le zone genitali possono procurare.

Le insegnanti spesso si pongono degli interrogativi su cosa fare o dire, in che modo poter dare delle risposte ai bambini che non siano sostitutive di quelle dei genitori, ma anzi che si integrino positivamente nel rispetto e nell’ascolto reciproco. La risposta più adeguata è sicuramente perseguibile attraverso un progetto educativo condiviso, in cui vengano valorizzate e integrate le differenze dei due sistemi educativi.

I genitori si interrogano molto sull’adeguatezza del proprio saper fare, ma prima di tutto è necessario saper essere adulti, come frutto di una crescita che nasce all’interno della coppia, per arrivare al bambino e che non rimanga mai pura tecnica.

In ambito sessuale è necessario che il linguaggio sia semplice ma allo stesso tempo rigoroso e scientifico, per educare a vivere la sessualità e il pudore in maniera consapevole, positiva, senza turbamenti e sensi di colpa.

Nell’educazione all’affettività, alla sessualità e all’amore si trasmettono non solo dei saperi, ma tutta una serie di messaggi non verbali che talvolta contraddicono quanto comunicato a parole. Il proprio modo di porsi nei confronti della sessualità, infatti, riflette alcuni “impliciti” che inconsapevolmente mettiamo in atto nella pratica educativa: i silenzi, i divieti, i permessi, l’imbarazzo, i sorrisi, le carezze, la serenità nel discutere di alcuni argomenti, comunicano ciò che l’adulto è, le sue scelte affettive, sessuali, comportamentali, fatte sulla base di esperienze personali specifiche, uniche e per questo diverse da tutte le altre.

L’educazione affettiva e sessuale è un argomento di cui si può parlare senza averne paura, ma con competenza e rispetto. L’informazione è utile in ogni momento della crescita, scegliere il silenzio, anziché l’educazione e la relazione, equivale non solo a negare ai bambini e agli adolescenti la conoscenza del loro corpo e delle loro emozioni, ma significa anche non tutelarli completamente.

Il Centro Salute Althea si occupa di Educazione Sessuale e di Sessuologia, attraverso la consulenza, ma anche la formazione, in particolare per quanto riguardante l’educazione ai sentimenti, al pudore per genitori e insegnanti che sono a contatto con la fasce 0-6 anni, educazione all’affettività e alla sessualità per le fasce di età successive. La presenza dell’Esperta in Educazione Sessuale può facilitare la comunicazione all’interno di serate formative, ma soprattutto può mettere a disposizione nuove chiavi di lettura, generare il confronto su informazioni inesatte, dando l’opportunità ai vari interlocutori di integrare le proprie conoscenze.

I bambini non possono essere protetti se presentiamo loro solo la paura e la difesa, hanno prima bisogno di fidarsi del loro modo di vedere e sentire. Stiamo parlando di regole sociali, quelle stesse che se strutturate in modo autorevole e sapiente, permettono ai bambini di provare serenità e senso di protezione e di vivere con fiducia il corpo, i sentimenti, le emozioni, per sperimentare e costruire, insieme, delle competenze innanzitutto emotive.

Il primo processo educativo a garanzia della tutela dei bambini è proprio quello di abituarli alla fiducia in se stessi e a riconoscere gli altri. Trascorre del tempo insieme, maturare un’attenzione vigile e discreta, insegnare la cura rispettosa del proprio corpo, rappresentano tutti fattori protettivi importanti per il bambino. Quello che come adulti possiamo fare è innanzitutto dedicare del tempo ai figli, un tempo in cui, lontani da smartphone, televisione, computer, possiamo stare accanto a loro, aprire un libro insieme, aiutarli a fidarsi delle loro intuizioni.

Parlare in questi termini significa proporre una riflessione non solo sulle pratiche educative, ma anche sulla qualità della vita relazionale, sessuale e sui problemi che essa incontra. Essere padri e madri significa inevitabilmente ripercorrere le trame della propria storia personale, della propria famiglia di origine, dei modelli di uomo e di donna che i nostri genitori personificavano, delle loro modalità educative che ci hanno trasmesso e che “involontariamente” riproponiamo nei nostri modelli educativi.

Quello che possiamo fare è lavorare affinché bambini e bambine diventino consapevoli del proprio corpo, delle proprie sensazioni ed emozioni, dei propri desideri nella relazione. In questo modo riconosciamo il loro diritto a pensare, amare, rifiutare alcune persone e alcune esperienze, capire gli adulti di cui potersi fidare e quelli da cui difendersi, discriminare giusto e sbagliato, sicuro e pericoloso, attraverso un ascolto attento e senza pregiudizi, riconoscendo ai bambini anche molto piccoli, una competenza sulla loro vita, avendo cura dei loro ritmi e delle loro necessità.

E tu, a che età pensi se ne possa parlare?

Quale atteggiamento adotti dinanzi alle curiosità e/o alle domande di tuo figlio o di tua figlia?

CONTATTI: Dott. ssa Tatiana Filomeno – Psicologa Clinica – Consulente in Sessuologia – Esperta in educazione sessuale
cell. 389 6168866   |   e-mail: tatiana.filomeno@gmail.com