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COME SI CURA LA DIASTASI ADDOMINALE DEI RETTI (DRA)?

diastasi addominale dei retti

DIASTASI ADDOMINALE: CHE COS’È?

La diastasi addominale (DRA) è un allontanamento dei muscoli retti dell’addome, in termini popolari noti come la “tartaruga”, dalla linea alba, ovvero la linea longitudinale all’ombelico, che perde di qualità. La linea alba infatti può perdere tensione o addirittura rompersi in maniera più o meno importante.

La DRA può essere presente sia nelle donne che negli uomini e la sua formazione può essere dovuta a diversi fattori:

  • gravidanza, in seguito alla quale una donna su tre presenta una DRA e soprattutto con gravidanza gemellare, con bambini di peso elevato, se la donna ha un’età maggiore di 35 anni oppure se la conformazione della pancia è particolarmente accentuata e “a punta”. Normalmente entro 6 mesi da parto, i retti dell’addome si riavvicinano, riacquistando la loro forma originaria;
  • obesità;
  • attività sportiva intensa.

Non è possibile prevedere se svilupperemo una diastasi, ma ci sono situazioni o fattori di rischio che possono favorire la sua comparsa, come ad esempio gravidanza, obesità o variazioni del peso, sforzi fisici ripetuti o eccessivi, patologie che comportano vomito o tosse persistenti, stipsi, predisposizione individuale ed età avanzata.

COME RICONOSCERE LA PRESENZA DI DIASTASI ADDOMINALE?

Ci sono alcuni segni visibili che permettono di riconoscere la DRA:

  • presenza di un buco o una fossa lungo la linea dell’ombelico;
  • comparsa di una “pinna” centrale durante alcuni movimenti, come ad esempio andando con schiena all’indietro come per fare un arco;
  • guardando la pancia dall’alto, si può notare un profilo largo e quadrato piuttosto che piatto o lineare;
  • eventuale pelle in eccesso, che si nota come presenza di grinze sulla pancia;
  • a volte è visibile la peristalsi intestinale, soprattutto quando si è sdraiati a pancia in su si osservano come delle “onde” nella zona ombelicale;
  • possono essere notate delle protuberanze vicino all’ombelico, segno di possibile ernia viscerale.

È possibile fare un’autovalutazione se si sospetta la presenza di una diastasi o per valutare la sua presenza, come mostrato nel video a questo link: https://www.diastasiaddominale.com/i-passi-da-seguire-per-la-diagnosi-di-diastasi/

QUALI SONO I SINTOMI DI UNA DIASTASI ADDOMINALE?

La DRA può essere asintomatica, tanto che molte persone si accorgono della presenza perché palpando la linea alba sentono uno spazio a cui altrimenti non avrebbero dato attenzione. Alcune persone possono invece riferire dei sintomi come ad esempio:

  • addome gonfio soprattutto dopo i pasti o impressione, per le donne che hanno partorito, di essere ancora ancora incinta. Il gonfiore addominale può avere numerose cause e soluzioni. Per approfondire l’argomento potete cliccare QUI;
  • dolore lombare;
  • incontinenza urinaria e/o stipsi;
  • sensazione di instabilità
  • nausea;
  • difficoltà respiratorie, come mancanza d’aria, o digestive.

QUANDO LA DIASTASI È GRAVE?

La gravità della diastasi è data principalmente da ampiezza, lesione della linea alba e presenza di ernie viscerali.
In base all’ampiezza, dagli studi scientifici si classifica la diastasi come:

  • fisiologica e di lieve entità, quando la larghezza arriva fino a circa 2,7 cm. La cura è conservativa ed avviene quindi tramite l’esercizio fisico, come approfondiremo in seguito;
  • patologica moderata, quando la larghezza è compresa fra i 2,7 cm e 5 cm;
  • patologica grave, quando la larghezza supera i 5 cm.

Nelle forme patologiche la soluzione è generalmente chirurgica, preceduta e seguita da un percorso riabilitativo seguito da un fisioterapista.

CHI SI OCCUPA DI DIASTASI ADDOMINALE?

Il trattamento della DRA è multidisciplinare e trova maggior successo se figure professionali diverse tra cui fisioterapista, medico, chirurgo plastico, nutrizionista e psicologo, comunicano e collaborano tra loro.
Un programma di esercizi, seguiti inizialmente da un fisioterapista specializzato, è utile per la gestione della DRA sia da un punto di vista estetico, cioè di forma, che funzionale, legato quindi ad un miglioramento di eventuali sintomi presenti. Una volta valutate ed impostate indicazioni specifiche per la persona, è possibile in un secondo momento proseguire l’attività anche presso una palestra o un centro con professionisti laureati in scienze motorie, che abbiano una formazione sul tema.
Va precisato che la DRA in alcuni casi può recuperare anche completamente la sua forma originaria. Nelle donne che hanno partorito questo avviene nei primi 6 mesi dopo il parto e un ulteriore possibile recupero può esserci fino all’anno del bambino. In molte situazioni, la “fessura” o il “buco” rimane, di minore entità, ma con un importante miglioramento funzionale, legato quindi alla sensazione di avere gli addominali attivi, presenti, una colonna stabile, l’assenza di dolore, come pure la possibilità di riprendere in sicurezza le attività sportive che piacciono.

DIASTASI ADDOMINALE: ESERCIZI DA FARE?

Le strategie fisioterapiche per la diastasi possono essere diverse, come ad esempio:

  • rieducazione posturale;
  • ginnastica ipopressiva;
  • esercizi respiratori;
  • eventuale riabilitazione perineale per favorire una corretta coordinazione fra pavimento pelvico e attivazione addominale;
  • pilates terapeutico;
  • rinforzo selettivo degli addominali, preferibilmente con esercizi isometrici, cioè dove il muscolo è attivo ma non avviene movimento e mantiene una lunghezza stabile.

ESERCIZI DA EVITARE IN PRESENZA DI DRA?

Alcune semplici regole indicano visivamente che un esercizio viene svolto con buona qualità di movimento e sono:

  1. la “pinna” non compare;
  2. la pancia rimane piatta o rientra verso la schiena e non protrude in fuori,
  3. la linea alba non “invagina”, c’è non rientra raggrinzendo, ma resta il più possibile tesa e indurita.

CONCLUSIONI

È importante conoscere il fattori di rischio per lo sviluppo di DRA e i segni che permettono di “sospettare” la sua presenza. Questo ci permette di chiedere una valutazione specialistica di un medico che abbinerà alla valutazione clinica anche un esame strumentale (ecografia, Risonanza magnetica o TAC) per misurare con precisione la dimensione della diastasi addominale e la presenza di eventuali ernie. Si definisce in seguito il percorso da seguire: chirurgico, preceduto e seguito da un percorso fisioterapico, oppure conservativo, cioè senza chirurgia, inizialmente con un fisioterapista e poi potenzialmente anche presso una palestra con professionisti sensibili e formati su questo aspetto.

Va tenuto presente che un’opportuna cura nutrizionale è un valido supporto alla fisioterapia, sia per aiutare a gestire il gonfiore che per favorire una riduzione del girovita in vista della chirurgia.
Infine, l’immagine estetica del corpo che è cambiato non sempre viene accettata con serenità. Il supporto psicologico si rivela molto utile nell’imparare ad amare la propria immagine corporea e al significato più profondo che questa ha per noi.

Maria Bertolini, Fisioterapista del Trentino Alto-Adige
340 5058858
maria.bertolini88@gmail.com