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Riabilitazione dopo tumore al seno: cosa sapere

“Cosa succede dopo l’intervento chirurgico?”. “Il mio braccio si sistemerà da solo?”. “Riuscirò ancora a muovermi nello stesso modo?”. “La cicatrice mi darà fastidio? E le protesi?”.

Queste sono alcune delle domande che spesso le  donne operate per tumore alla mammella si pongono. Un fisioterapista esperto in senologia può rispondere a tutte queste domande e aiutarti a risolvere le problematiche che sopraggiungono dopo l’intervento con un percorso riabilitativo mirato.
Non a caso esiste una branca della fisioterapia che si occupa proprio di riabilitazione senologica.

Fin da subito possiamo fare molto per aiutare le donne operate al seno a tornare alla propria vita con maggior serenità e soprattutto con meno paura di muoversi

I 4 pilastri della riabilitazione senologica

Gli interventi del fisioterapista sono molti e vanno impostati in base al quadro post chirurgico della paziente:

  • valutazione e trattamento della cicatrice;
  • massaggio della protesi e/o dell’espansore;
  • valutazione e trattamento del possibile edema (al seno, braccio o torace);
  • valutazione e trattamento del dolore;
  • valutazione e trattamento del linfedema (se presente);
  • valutazione della mobilità della spalla e della scapola;
  • valutazione e trattamento dell’Axillary Web Syndrome;
  • esercizi specifici per la tua situazione.

In generale, dopo la valutazione che ti abbiamo elencato, la riabilitazione senologica si muove su quattro pilastri fondamentali, che coinvolgono sia un lavoro autonomo della paziente, sia un lavoro diretto del fisioterapista.

1. Cura della pelle e delle ferite

Particolare attenzione va posta alle cicatrici. 
Che siano piccole (come possono essere quelle dei drenaggi o del linfonodo sentinella) o più grandi (come nei casi di mastectomia) le cicatrici vanno trattate onde evitare spiacevoli dolori o rigidità tissutali.
Inizialmente l’area della ferita può dare sensazioni di disagio e forte tensione: è normale! Ci possono essere molte sensazioni diverse legate all’intervento e al possibile traumatismo di piccoli nervi sensitivi in sede di chirurgia: senso di pesantezza, sensibilità alterata, formicolii.
Lavorare queste zone e le cicatrici con costanza (sia manualmente che con l’aiuto di creme e cerotti specifici) permette al tessuto di scorrere nuovamente in modo fisiologico, lasciando libero il movimento e riducendo il dolore.

2. Valutazione e trattamento dell’eventuale edema o linfedema

Molte zone possono essere interessate dal gonfiore dopo l’intervento: il seno, il torace, la spalla o addirittura l’intero braccio fino alle dita.
Ricordiamoci che il gonfiore post operatorio è normale, e nei primi mesi dopo l’intervento tenderà a sparire gradualmente con piccole accortezze. Diverso è il linfedema, un accumulo cronico di liquido dato da un danno del sistema linfatico, che invece va trattato in tempi precoci con terapie specifiche (terapia decongestiva complessa).
Il fisioterapista specializzato in senologia valuterà il tipo di gonfiore e il tipo di intervento più adatto a te.

3. Valutazione del movimento della spalla e della scapola

Non spaventatevi se la spalla dal lato dell’intervento risulta rigida, bloccata o dolorosa: è normale che dopo l’operazione il movimento sia “diverso”.  L’intervento del fisioterapista, con mobilizzazioni ed esercizi specifici nelle varie fasi del recupero, può ridurre il dolore e ripristinare il movimento fisiologico.

4. Educazione terapeutica


Una parte importante del percorso riabilitativo è l’educazione terapeutica, ovvero l’insieme di informazioni e buone pratiche per sapere gestire il percorso riabilitativo anche a casa in autonomia. Piccoli accorgimenti da tenere presente nella vita quotidiana (movimenti da evitare, attività da incentivare, esercizio fisico specifico…) possono aiutare le donne appena operate ad avere meno paura e meno dolore e a prevenire fastidiose complicanze nel tempo.
È importante che alla paziente vengano fornite le giuste informazioni:

  • sul rischio di sviluppare un linfedema e su come gestirlo (come monitorare il gonfiore, cosa evitare, cosa invece fare…);
  • sull’esercizio fisico da praticare prima, durante e dopo le terapie (calibrato con pesi e sequenze di esercizi adeguati alla persona);
  • sui reggiseni più adeguati alla sua situazione.

L’esercizio fisico dopo l’intervento oncologico: perché è importante farlo

Un capitolo che ci sta molto a cuore (che invece è spesso sottovalutato) è quello dell’esercizio fisico specifico dopo un intervento oncologico.

In studio vediamo spesso donne operate al seno, sia in fase acuta che dopo qualche mese-anno dall’operazione. Le problematiche sono varie, dipendono dal tipo di intervento, se c’è stata o meno una ricostruzione della mammella e dalle terapie successive all’operazione chirurgica (radioterapia, chemioterapia o solo terapia ormonale).

Una delle frasi più frequenti rimane questa:

“Mi hanno detto che non devo sovraccaricare il braccio dopo l’intervento, quindi a casa non faccio più i lavori pesanti”.

È veramente la scelta migliore?
È vero che il sovraccarico del braccio va evitato inizialmente, ma c’è un limite!

Nell’immediato post operatorio dobbiamo essere prudenti con la gestione dei carichi. Questa precauzione, purtroppo, sfocia spesso e volentieri nel non fare più sforzi fisici, né nell’immediato post operatorio né dopo. Così si parte dalla sana prudenza iniziale (non alzo i figli/nipoti piccoli, evito di spostare scatoloni pesanti, evito di fare le pulizie di casa) e si arriva dopo qualche mese – anno a “faccio fatica a spostare una pentola piena di acqua”.

È normale che la paura e il dolore iniziali riducano i movimenti, ma questo non deve protrarsi nel tempo. Il movimento, la forza e l’elasticità dei tessuti della spalla vanno recuperati fin da subito, e per recuperarli dobbiamo affidarci a dei professionisti competenti.

Chiariamo quindi alcuni punti.

La riabilitazione post intervento di tumore al seno può iniziare già dal 2° giorno post operatorio, a volte ancora con i drenaggi in sede. Ovviamente con prudenza, gradualmente ed eseguita da professionisti specializzati.

Per i primi 10 giorni circa (numero variabile in base all’indicazione del chirurgo) è indicato usare con attenzione il braccio evitando posizioni estreme di elevazione (oltre i 90°) e di eccessivo allungamento della regione ascellare (soprattutto se l’intervento ha interessato anche il cavo ascellare), ma è comunque indicato iniziare con blandi esercizi di mobilità e stretching.

Passata questa prima fase di “tutela”, possiamo gradualmente riprendere le nostre attività e iniziare a utilizzare dei pesi, anzi: meno esercizi faremo, più lento sarà il processo di guarigione.

L’esercizio fisico costante è fondamentale per la ripresa delle normali attività della vita quotidiana. Si potranno abbinare svariate attività: 


  • stretching;
  • respirazione diaframmatica;
  • lavoro delle cicatrici e delle aderenze;
  • rinforzo specifico della muscolatura;
  • rilassamento mio fasciale;
  • mobilizzazione dei tessuti.

Queste sono solo alcune delle cose che si possono fare per accelerare il processo di guarigione.

La vera chiave di volta è l’auto trattamento per mantenere i risultati raggiunti e per incrementare gli effetti degli esercizi. Auto trattamento che viene eseguito a casa tutti i giorni secondo le indicazioni del vostro fisioterapista e dell’equipe medica che vi segue.

Ovviamente l’esercizio fisico deve essere studiato e pianificato da fisioterapisti specializzati e qualificati, che abbiano esperienza in questo campo. Esercizi specifici, calibrati e progressivi non possono che aiutare a migliorare la qualità di vita, ridurre il dolore e quindi a tornare alla propria normalità nel minor tempo possibile.

La letteratura scientifica più recente ha dimostrato che l’esercizio fisico in oncologia (exercise medicine in oncology) ha un effetto positivo su molti fattori, come ad esempio:

  • aumento della funzione immunitaria;
  • aumento dell’apporto di ossigeno e cellule antitumorali;
  • aumento dell’efficacia delle terapie (chemioterapia, radioterapia e immunoterapia);
  • riduzione degli effetti collaterali delle terapie;
  • riduzione dell’osteoporosi e della sarcopenia;
  • riduzione del dolore post chirurgico.

Quindi perché non iniziare subito con un percorso strutturato?

Presso Althea Centro Salute troverai una fisioterapista che potrà fare una valutazione specifica e decidere la riabilitazione più adatta per il tuo singolo caso.

Fisioterapista, Valentina Maistri
cell. 340 7152337
e-mail. valentinamaistri.fisio@gmail.com