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EDUCAZIONE SESSUALE: INIZIAMO A PARLARNE

La violenza continua ad essere un argomento di cronaca molto dibattuto nelle ultime settimane, se ne discute nei salotti televisivi, in politica, nelle famiglie, a scuola e in numerosi altri contesti. Insieme alla violenza emergono anche problemi relativi alle relazioni affettive, allo sviluppo dell’identità, alla dipendenza, al narcisismo, al rapporto con il desiderio, all’impotenza e alla rabbia.

Perché ci occupiamo di violenza solo a tratti?

C’è un’assenza di parole a lungo termine sulla comunicazione emotiva, troppo spesso si pensa che se ce ne è bisogno, il dialogo su questi temi si apra naturalmente, al momento giusto. In realtà non è proprio così e i fatti di cronaca e l’opinione di alcuni dimostrano il sentimento di inadeguatezza e di malessere nelle relazioni. Bisogna assumersi una vera responsabilità rispetto alla crescita dei bambini e aprire un dialogo sulle competenze emotive.

Cosa possiamo fare?

Per intervenire sulla violenza nelle relazioni affettive si sta discutendo sulla necessità di inserire l’educazione sessuale a scuola, addirittura come materia curriculare, peccato che se ne discuta dagli anni 1980! In Italia è solo consigliata non è obbligatoria come altre materie scolastiche.
Noti personaggi pubblici esprimono il loro dissenso o il loro consenso sull’educazione sessuale e affettiva e anche tra i cosiddetti addetti ai lavori, psicologi, psichiatri, non è vi è una visione condivisa.

Educazione sessuale a scuola, sì o no?

Assolutamente sì, ma non deleghiamo tutto alla scuola!

Formare cittadini consapevoli non significa affidare esclusivamente al sistema scolastico il compito di risolvere i problemi della società, di affrontare le sfide sociali. La violenza è un fenomeno molto profondo che purtroppo mantiene sempre margini inosservabili e misteriosi, i modelli di lettura possono essere diversi, come del resto diverse sono le professionalità coinvolte: giudici, avvocati, forze dell’ordine, assistenti sociali, servizi sanitari, politica, psicologi, psichiatri.
In altri articoli abbiamo parlato dell’importanza di un cambiamento culturale, oggi aggiungiamo anche che per scardinare le dinamiche psicologiche, culturali e sociali che portano a trasformare una relazione affettiva in una relazione violenta e distruttiva, è necessario conoscere e riconoscere le emozioni della violenza. La violenza è contestuale e relazionale, significa che si situa dentro un contesto storico e culturale e prende forma dentro una specifica relazione. Se la violenza si svolge dentro dinamiche emozionali sarebbe molto utile conoscere e riconoscere le emozioni, ma solitamente le dinamiche emozionali sono meno conosciute e meno approfondite rispetto ad altre dimensioni dello sviluppo.

Chi se ne deve occupare?

Gli adulti, quindi genitori, educatori, professionisti di riferimento, professionisti formati e non improvvisati, altrimenti ciò che si trasmette è disagio e imbarazzo, su questi argomenti bisogna saper lavorare con competenza, naturalezza, senza resistenze, in un clima emotivo di serenità, attraverso un linguaggio chiaro e positivo, capace di far passare le informazioni, di accogliere le domande e le curiosità dei bambini e degli adolescenti.
Se non se ne occupano gli adulti, se ne occuperà la rete. Il mondo digitale nel quale viviamo offre grandi opportunità ma anche trappole, di conseguenza diventa molto importante saperle gestire anche per chi nel mondo digitale ci è nato.

Cosa fare allora?

Per maturare un atteggiamento positivo e responsabile verso la sessualità bisogna conoscerla e non solo nei suoi aspetti di rischio ma prima nei suoi aspetti di ricchezza, in questo modo possiamo proteggere bambini e adolescenti, offrendo loro le condizioni di un agire responsabile che li renderà cittadini consapevoli non solo verso se stessi ma anche verso gli altri.
Spesso la scelta degli adulti è quella di identificare il territorio della sessualità come zona di silenzio, ma anche il silenzio ha valore di messaggio. Se la sessualità è vissuta come qualcosa di proibito, se il bambino è costretto a temere la scoperta delle sue sensazioni, la nascita dell’Io viene compromessa e ciò espone a traumi e delusioni.
L’educazione sessuale si definisce innanzitutto come “educazione sensoriale” per dare pieno valore esistenziale alla sessualità integrandola nel progetto di vita della persona.
La sessualità è parte integrante della salute e del benessere di ogni individuo, è una dimensione che procede di pari passo con la vita dell’individuo, dall’infanzia all’età avanzata, quindi interessa tutto il ciclo di vita, esprime l’unicità e la ricchezza di ciascuno di noi, è un aspetto integrante della personalità umana e caratterizza ogni persona nei gesti quotidiani, nei comportamenti, nelle espressioni e relazioni di ogni tipo.

Quando iniziare?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS consiglia di iniziare a due anni. Partire dall’infanzia ci permette di costruire degli atteggiamenti e dei comportamenti rispetto all’intimità, ai sentimenti, al pudore, alle sensazioni sessuali. I bambini sono estremamente ricettivi alla conoscenza di sé, ecco perché l’OMS ci invita a partire già all’asilo nido, bisogna investire soldi e tempo in questo progetto perché riguarda la vita e il benessere della società. Offrire strumenti di conoscenza adeguati all’età consente di creare un terreno culturale favorevole, pronto ad accogliere informazioni successive, mano a mano più approfondite

Perché sono importanti i progetti di educazione sessuale?

L’educazione sessuale permette di accompagnare e sostenere bambini, adolescenti e giovani adulti attraverso un’educazione all’affettività e alla sessualità fornendo, in modo adeguato all’età e al livello di crescita, informazioni corrette e stimoli allo sviluppo di atteggiamenti e capacità che aiutano a vivere la sessualità e le relazioni in modo più sicuro, responsabile e arricchente.
L’educazione sessuale permette di mettere al centro noi stessi, la nostra nascita, il nostro muoverci nel mondo, i bambini non possono essere protetti se presentiamo loro solo la paura e la difesa, devono essere guidati a conquistare una competenza nell’incontro con i coetanei e con gli adulti conosciuti ma anche estranei, a saper discriminare i compagni giusti e quelli sbagliati, gli adulti di cui fidarsi e quelli da cui difendersi, ma come possono farlo se non conoscono il proprio corpo, se non si fidano delle loro intuizioni, se non sanno leggere i segnali che le proprie sensazioni inviano? Non possiamo pretendere che i giovani imparino a difendersi se prima non si fidano del loro modo di vedere e di sentire.

Cosa si dice attraverso l’educazione sessuale al nido?

Educare alla sessualità significa lavorare affinché i bambin* diventino consapevoli del loro corpo, delle proprie sensazioni ed emozioni, dei propri desideri nelle relazioni. Si parla spesso di diritti dei bambini, affinché non rimanga solo uno slogan, una società evoluta deve tutelare i bambini senza rendere la loro vita piena di paure, diffidenza e fragilità. Nei bambini il corpo è lo strumento privilegiato per conoscere il mondo, per cui un sereno e aperto confronto con le emozioni e le sensazioni che esso produce è il presupposto per costruire un’affettività e una socialità positive anche per il futuro. E’ importante riconoscere al bambino il diritto a pensare, amare, rifiutare le persone e le esperienze, discriminando giusto e sbagliato, sicuro e pericoloso già da molto piccoli.

Cosa si dice attraverso l’educazione sessuale alla scuola dell’infanzia?

Il primo processo educativo a tutela dei bambini è abilitarli alla fiducia in se stessi e a riconoscere gli altri, questo vuol dire riconoscere ai bambini anche molto piccoli una competenza sulla loro vita, l’ascolto dei loro bisogni, il rispetto dei loro ritmi. Senza dialogo e senza scelta non possiamo pensare di proteggere i bambini. E’ importante far maturare in loro una competenza al rapporto con il mondo, dobbiamo rafforzare nei bambini la loro personalità e la loro competenza a sapere scegliere, i bambini sono più vicini di noi alla loro intelligenza emotiva, sentono ciò che magari non sanno raccontare a parole, intuiscono gli stati d’animo e il malessere che li circonda, sanno discriminare ciò che è sereno da ciò che è ambiguo. Bisogna parlare di accompagnamento alla crescita, partendo anche da un compito dei genitori. I genitori hanno il dovere di consegnare il corpo ai propri figli e questo devono farlo prima che lo faccia la scuola, il corpo che abitano che vive nello spazio e nel tempo che ha delle sensazioni e delle intuizioni.

Cosa si dice attraverso l’educazione sessuale alla scuola primaria?

In questa fascia di età possiamo continuare ad accompagnare i bambini nella loro crescita, li accompagniamo perché i bambini hanno fatto le loro scoperte, quindi prima abbiamo consegnato il corpo, adesso consegneremo le emozioni, tutte le emozioni, quelle considerate buone e quelle cattive perché entrambe ci raggiungono e ci raccontano qualcosa. Ci raccontano: la simpatia, l’antipatia, l’empatia, la rabbia, la felicità, il disgusto, la gioia, il fastidio. I bambini sentono delle sensazioni, delle vibrazioni nel loro corpo e le sentono anche nelle zone dei genitali, cioè i bambini vengono esposti ad emozioni importanti, per cui va stabilito come poter gestire le emozioni di dolore, di piacere, di condivisione, dobbiamo spiegare ai bambini che c’è un tempo e uno spazio della relazione, non si può essere egoisti nella comunicazione, bisogna rispettare anche il non essere accettati dagli altri. La socializzazione, lo scambio di esperienze, la differenziazione sessuale sono molto importanti in questa fase della vita. Maschi e femmine si confrontano tra loro, misurano la forza reciproca e le possibilità di essere uguali e diversi. Essere maschi o femmine comincia a porsi al centro dei divieti e dei permessi degli adulti ed è in questo momento che si conoscono i modi più comuni di intendere la relazione tra gli uomini e le donne.

Cosa si dice attraverso l’educazione sessuale alle scuole superiori?

Ci muoviamo dalle regole semplici come conoscere il corpo e come proteggerlo nel sesso sicuro, anche perché sono soprattutto le ragazze e i ragazzi dai 15 ai 24 anni che prendono le infezioni sessualmente trasmesse. E poi parliamo di come riconoscere e gestire le emozioni, come costruire l’autostima e imparare a gestire le delusioni e il dolore nelle relazioni. Parlare di sessualità consente agli adulti di dare buone informazioni, aiuta i ragazzi a inserire la sessualità nel loro progetto di vita in maniera responsabile, come progetto di benessere. I ragazz* vogliono parlare dei temi che credono siano più importanti per la loro educazione, temi che non vengono trattati, o molto poco. Hanno bisogno di conoscenze per affrontare in maniera più consapevole la vita affettiva e sessuale che li aspetta potendo in questo modo fare le scelte più adeguate alla loro età ed esperienza. Molto spesso i genitori non educano i figli al sesso, semplicemente non ne parlano, vuoi per imbarazzo, vuoi per senso di inadeguatezza, nei ragazzi si formano vuoti formativi che purtroppo vengono colmati dalla Rete e da ciò che circola nel web, con video porno di ogni genere, alla visione dei quali i ragazzi non sono preparati. Ne viene fuori così una visione distorta della vita sessuale ma anche del proprio corpo e dell’immagine che un ragazz* in particolare ha di sé o della concezione che ha degli altri.

Allora, è così scandaloso fare questa Educazione Sessuale?

La sessualità non è solo un fatto naturale è anche e soprattutto un fatto culturale e come tale chiama in gioco le relazioni tra gli individui, va a toccare il mondo delle emozioni e delle conoscenze. Il silenzio su questo argomento comunica che di sessualità non si può parlare, ma dobbiamo fare attenzione a questo silenzio assordante perché condiziona in senso negativo i processi di crescita creando tabù e censure.
Se gli adulti vogliono mettere delle regole devono diventare capaci di parlare con i propri figli, con i bambin* e con i ragazz* a scuola e negli altri contesti di aggregazione. Se vogliamo davvero proteggerli da abusi o da situazioni che possono contenere pericoli sia online che offline, bisogna rafforzare uno spazio emotivo in cui accanto alla spiegazione della crescita e delle cose belle vengano fornite alcune informazioni pratiche su come riconoscere le situazioni sbagliate e su come imparare a difendersi.

Al Centro Salute Althea potrai trovare un accompagnamento psicologico e sessuologico su questi temi. Contatta la dott.ssa Tatiana Filomeno, Psicologa Clinica – Consulente in Sessuologia – Esperta in Educazione Sessuale ed Emotiva.

Cell. 389 6168866
Mail: tatiana.filomeno@gmail.com